[Elenco dei Nomi]

(...segue) Altamura Leonardo
conservatore delle ipoteche, Teramo (4-6-1911)

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signori, è grande il concetto della bontà presso gli uomini, specialmente se grandi. Vi è chi dice fra loro: il mondo può andare senza uomini grandi, ma non senza uomini buoni. Altri ripete: bisogna inchinarsi dinanzi al genio, ma bisogna inginocchiarsi dinanzi alla bontà. Ma quella bontà continua di tutta la vita dai primi agli ultimi giorni di ragione come quella che fu del cav. Altamura. Egli la sentì in sè e ne visse nella famiglia e fuori, la praticò coi grandi e coi piccoli e, «buono al buono e buono al triste» la usò con tutti. In mirabile e soave armonia la fuse con l'amore sincero della religione e della patria e, più in là, dell'umanità. Ne uscì il gentiluomo insigne, il cittadino umanamente perfetto; e tale lo proclamo davanti a Dio e davanti a tutti, sicuro di farmi l'eco della loro coscienza. Signori, davanti a tale immagine, e simile figura d'uomo, io mi sento esaltato e la mia intelligenza se ne irradia e vi si specchia e il mio cuore se ne accende e palpita; e ringrazio il buon Dio d'avermelo fatto conoscere e stimare un tal uomo e di averlo avuto in questo stesso tempio più volte ascoltatore devoto. Soltanto rimpiango che tanta sorgente di bene sia cessata per noi, per la nostra città; e poteva durare tuttavia: un buon cuore, una buona mente in alto e in basso, specie in alto, è vero tesoro. Fortuna che di questi uomini ve ne sono ancora e della buona compagnia del cav. Altamura. Quanto dobbiamo, o signori, a quest'uomo buono! Quanto a lui buono deve la nostra città! Grazie, o uomo di bontà, del bene fattoci con la tua vita. Grazie dal fondo del cuore per l'esempio luminoso lasciatoci di bontà. Possa la memoria santa di tua bontà trasmettersi ai posteri senza fine, possa fruttificare a salute di questa nobile città nostra e cominciando dai tuoi figli diletti

(segue...)