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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, politico, Teramo (9-3-1913) [Inizio Voce]fa riscontro l'uomo privato. É padre di famiglia modello; egli, finita la sua giornata, č tutto per la famiglia, quasi travede per essa, e diventa quasi anima bambina, non volendo turbarne gli ideali di fede professata. Ma non per questo il povero nostro amico diventava un fanatico. Egli era sinceramente credente ma credente in un ente soprannaturale, rappresentato da una armonia universale, che confinava quasi col panteismo greco. A Sant'Omero, dal largo orizzonte, l'anima bambina s'ispira al misticismo; d'estate nella marina di Tortoreto (che ora era il suo sogno e il luogo dai lieti modesti riposi) nei pleniluni sereni, mentre il coro degli astri scintilla nella esultanza della sua bellezza, e la marina palpita di luce sotto l'influenza della celeste voluttą, nella vasta armonia che da per tutto si diffonde trova la rivelazione del potere di Dio suo. A Chieti, come altrove, nelle scuole secondarie l'insegnamento della filosofia era essenzialmente spiritualistico, nč era confortato dagli studi biologici, che č conquista del moderno indirizzo filosofico. Ecco perchč egli era, come dicono, un razionalista mistico; ecco perchč egli avea in sč nutricato e affinato il sentimento della religiositą, che si rivelava in un desiderio intenso di avvicinarsi a Dio suo, ma non mai in manifestazioni di culto esteriore e in adorazione di forme o di simboli materiali che sono di genti primitive e decadenti. E questo sentimento di religiositą che si concretava e svolgeva in un sentimento di affetto di amore verso ciņ che č bello buono sano lo portava ad ammirare l'uomo di Galilea, come colui che coll'amore volea stabilire l'eguaglianza fra gli uomini, sottraendoli ad un governo che si sfasciava e che era poggiato sulla forza e sulle disuguaglianze economiche. E dal Galileo scendeva
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