[Elenco dei Nomi]

(...segue) Galante Vincenzo
magistrato, giurista, docente universitario, Napoli (10-4-1913)

[Inizio Voce]


giovinezza, senza sole, consumata nelle lunghe veglie sui libri, uscì, dalla durissima prova, sfinita ed esangue. E quando volle, più tardi, ritrovare le sue gioie, la fibra non resse, e si spezzò, dolorando. Entrò, appena laureato, in Magistratura, e dopo qualche anno ottenne, dietro parere unanime della Facoltà e su relazione del Prof. Ludovico Mortara, la libera docenza, per titoli, in Procedura Civile ed Ordinamento Giudiziario nella Università di Napoli. Così schiudevasi, per lui, il novissimo campo nel quale la sua instancabile attività — dopo la paziente ed intensa preparazione — avrebbe dato i migliori e magnifici frutti. Mai guerriero scese più saldo in arcioni ad affrontare la bella battaglia e niente fu più meraviglioso della sua stupenda ascensione ideale! Il Tribunale e l'Università lo ebbero infaticato Ministro di giustizia e di sapere. Era alla prima sezione civile, ove subito s'impose per la vasta cultura, per la saggezza dei giudizii, per la forza e la purezza del carattere. Esser giudice, per lui, non significava starsene a sonnecchiare sulla fredda applicazione delle formule giuridiche, sospirando solo il ventisette del mese; ma adempire nobilmente alla più nobile funzione sociale, senza paure e tentennamenti. Le nude norme di diritto ravvivò con un grande criterio di equità, cui, nel dubbio sulla interpretazione della legge scritta, dava assoluta e sconfinata prevalenza. Memorabili sono le tre sentenze 31 dec. 1908, 23 luglio e 31 decembre 1909 da lui estese, con cui la mala pianta dell'usura ebbe il più fiero e terribile colpo. Nelle osservazioni, poste a fondamento di tali deliberati, non passa soltanto, mirabilmente riassunto, tutto ciò che, nel campo del diritto, siasi intorno all'usura, pensato e detto, ma il vivo palpito delle moderne correnti

(segue...)