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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magistrato, giurista, docente universitario, Napoli (10-4-1913) [Inizio Voce]la cattedra di Procedura Civile nell'Università di Napoli, fu designato dalla Facoltà Giuridica a tenerne l'insegnamento ufficiale, per incarico. In tal modo Vincenzo Galante — il più giovane, forse, tra i liberi docenti — ascendeva la cattedra di Domenico Viti e Ludovico Mortara, e la dignità con cui, sempre, la tenne, fu da molti malamente giudicata rigore eccessivo. Per chi bene l'intese, fu invece, altamente proficua. Il suo Diritto Processuale Civile, è rimasto purtroppo incompleto: ma già in quel primo volume la vasta mole e la sistematica concezione dell'opera si delineano superbe e fanno, con dolore, pensare alla sua magnifica riuscita, se all'artefice sapiente fosse stata concessa una più lunga giornata. Pure l'uomo, che con tanta austerità indossava la toga e saliva la cattedra, celava una infinita bontà e mitezza, che maggiormente si espandeva nella intimità della famiglia che adorava. A pochi accordava la sua predilizione e l'ingresso nella ristretta cerchia delle sue amicizie: ma una volta accettati nell'esiguo cenacolo che si riuniva nel suo studio luminoso, lassù, al Corso Vittorio Emanuele, si poteva essere sicuri di avere, in qualunque ora, in lui, il maestro, l'amico, il fratello affettuosissimo. Lo veggo ancora bonariamente sorridere sulle nostre giovanili scapataggini ed ammonirci con il gesto lento e grave... Talora, - poiché in quel profondo cultore di rigide e difficili teoriche fremeva un animo gentile di artista e di poeta - riuscivamo a strappargli la lettura di qualche rima fioritagli su dal cuore, nei brevissimi ozi della sua prima giovinezza. Ne aveva delle deliziose, per ispirazione e per forme. Rammento questo Paesaggio, che è Orsogna, il suo paesaggio nativo: — Come s'alza di fronte / il gigante terribile, la Maiella, e risponde / all'appello
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