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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
maestro elementare, tenente di fanteria, Zona di guerra (3-9-1915) Ancora. Ogni giorno nuovi dolori, ogni giorno nuovo giovanile sangue sparso sulle zolle contese. La vittoria — certa, immancabile, indiscutibile — non si può ottenere se non a prezzo di durissimi sacrifici: vuole schianto d'anime, rovine di felicità; matura nel sangue; sboccia dai corpi dei giovani che la Morte implacabile ghermisce ed offre in olocausto ai numi della Patria!... Mentre noi pubblichiamo in prima pagina il saluto che l'ottimo amico, il giovane amato, lo sposo esemplare, il figliolo amoroso Noè Lucidi Tenente di fanteria pur ieri l'altro ci inviava dal fronte, è venuta la nuova terribile e terrificante: Egli è morto! Torniamo ora dalla casa visitata dalla sventura, ed abbiamo l'animo straziato dall'aver visto i vecchi genitori accasciati, distrutti dalla immensità della loro sventura, dall'aver visto i fratelli resi attoniti per tanto incommensurabile dolore e dall'avere udito il pianto lungo, disperato, infinito della sconsolata vedova, una povera giovinezza che vede distrutta in un attimo tutta la sua vita ed ogni sua speranza! In quella casa ove tutti piangono e sono sgomenti, uno solo sorride ai numerosi visitatori: il piccolo figliolo dell'Estinto, che non sa la sventura che si è abbattuta su di lui e dei suoi! Che sieno in eterno benedette queste giovinezze spente in un giorno, di lotta e di gloria! Che sieno in eterno benedette, e la Patria le ricordi nel libro d'oro della sua storia! Dal loro martirio germoglieranno la sicurezza e la libertà dell'avvenire, la potenza e la gloria dell'Italia! (19-9-1915) Come morì il ten. Lucidi Noè — Quelle famiglie che hanno la gloria di aver dato un figliuolo alla Patria e si struggono nell'acerbo dolore di aver perduto chi era la loro
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