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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
funzionario provinciale, Teramo (20-8-1916) [Inizio Voce]patriottica e assai stimata. Giovinetto di appena 18 anni, compiuti i primi studi, volle darsi alla cariera militare, e ben presto per le prove luminose che fornì di attitudine e disciplina raggiunse il grado di tenente nel 63 Regg. Fanteria. Per motivi di famiglia abbandonò la milizia; e restituitosi qua in Patria nel 1883, come straordinario ed in rimpiazzo di suo padre, il venerando Nicola Marozzi, fu adibito per un biennio come Ufficiale d'ordine della Segreteria dell'Amministrazione della Provincia. E stante che, come emerge da analoghe deliberazioni, l'Amministrazione ne constatò la piena idoneità e la irreprensibile condotta, lo nominò effettivo, entrando così egli a far parte della famiglia dei funzionari della Provincia. In seguito, in considerazione sempre delle sue attitudini e dei suoi precedenti, fu nominato anche Archivista, e quindi, a norma del regolamento organico, adibito altresì a lavori di ordine e di concetto. Come il Marozzi si comportasse nel disimpegno delle mansioni affidategli lo dicono solenni deliberati, ove si attestano la sua costante diligenza, il suo encomiabile zelo, l'ottimo servizio sempre prestato; ed in più rincontri ebbero gli amministratori a manifestargli tutta la loro soddisfazione. I suoi Capi di Ufficio lo ebbero, per tali sue doti, carissimo: anzi lo predilessero in modo particolare. Né d'altronde la condotta del Marozzi poteva dare frutti diversi: l'attaccamento alla sua funzione era tale, che mai seppe la tirannia dell'orario, mai la stanchezza del corpo e della mente. Ben conoscendo che suo unico, imprescindibile dovere era quello di rispondere alla fiducia degli Amministratori e del suo Capo con il lavoro diuturno ed indefesso, volle sempre tenersi lontano da quelle pubbliche cariche che tante volte gli vennero offerte, e
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