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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
insegnante, storico, Teramo (15-10-1917) Loreto Aprutino 10-10-1917 — Non sappiamo con quali doloranti parole lamentare la crudele sventura che da qualche tempo si è abbattuta inesorabile sulla famiglia Stoppa; in pochi anni sono scomparse quattro esistenze: prima il sacerdote don Carlo, rettore della confraternita di SS. Maria della Pietà, giovane di ingegno, di coltura svariata, di bontà evangelica, che educò con la parola e con l'esempio giovinetti e coetanei all'amor del bello e del buono, e che vive nella mente di tutta la cittadinanza, figura nobile e serena; poi si spense la madre desolata - che aveva pianto con lagrime ardenti, per anni, il figliol suo diletto - la santa donna Maria Grazia, che ebbe come sacro culto l'amore di famiglia, che provò una sola gioia, quella di beneficare, chiunque ricorreva a lei per aiuti; indi si spegneva il vecchio genitore, Salvatore, che volle che tutti i suoi figli fossero degni cittadini, decoro delta famiglia, ragione d'esempio per il paese. E così la casa, che fu luogo di soavi convegni, ove la gioventù loretese si adunava intorno all'indimenticabile don Carlo in sereni conversari e in piacevoli trattenimenti musicali, si chiuse in desolazione amarissima. Quest'anno il prof. Pasquale, delle scuole civiche di Roma, pensionatosi alla giovanissima età di 47 anni, ritornava in questa Loreto che tanto intensamente egli amava, e così la casa di Stoppa si riapriva, e sembrò che dovesse rialeggiare in essa la vita dei passati anni. Infatti quanti sono qui in Loreto - e sono molti - i giovani ricchi d'ingegno e di studii, che lavorano per conquistare un posto di distinzione, nella vita, tutti si radunavano intorno a Pasquale Stoppa, che della vita aveva così grande esperienza, e che per questa esperienza e per il suo
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