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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
insegnante, storico, Teramo (15-10-1917) [Inizio Voce]quello del prode soldato, che muore sul campo di battaglia col ferro sul pugno e col nome sacro della Patria sulle labbra. Addio!... — Parlò indi il vecchio maestro delle nostre scuole sig, Vincenzo Villanucci, di cui l'Estinto nella giovinezza fu alunno fino al primo corso normale. Chi scrive ricorda che l'affetto del maestro verso il proprio alunno fu tale che volle accompagnarlo quando questi si recò ad Aquila per gli esami d'ammissione nella Scuola Normale. Il maestro Villanucci così parlò: Innanzi a così terribile scena di dolore l'animo rimane spossato, ed io, chinando la fronte a Te, diletto Pasqualino, che vai lungo la triste via che noi Ti dilungammo col pensiero augurale, a Te che Ti porti il compianto dei numerosi amici o di quanti Ti conobbero e seppero apprestare le belle doti di carattere e di mente, io che Ti ebbi il migliore dei miei alunni nelle classi elementari e nel corso preparatorio alle scuole normali, e Ti sentii quindi più vicino al mio cuore, e in Te rivissi e di Te mi compiacqui, facendoti il Figlio spirituale dell'anima mia, da oggi, profondamente angosciato, l'ultimo tributo di affetto e di stima e piango sulla Tua fossa Immatura. Te precorre nel sepolcro il bene fatto nella breve vita e pia, ogni virtù preclara di cittadino e d'uomo a prepararti la gioia che in questo mondo non cogliesti appieno. Va, va, mio amatissimo, che conoscesti i triboli del santo ideale a cui Ti consacrasti col Tuo ingegno svegliato e sodo, col Tuo vasto sapere, con tutto il Tuo cuore d'angelo! La morte che Ti rapisce non varrà a cancellarti dal nostro cuore nel quale vivrai, immagine fulgida di bontà, di modestia e d'ogni altra virtù, per sempre! Va; sulla Tua fossa a cui ci accostiamo reverenti e addolorati, è tutto un folgorar di luce! Va! Con l'estremo saluto
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