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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
sacerdote, Torricella Sicura (5-5-1918) [Inizio Voce]Aprile il calzolaio Achilie Testoni, nativo di Teramo, ma da molti anni domiciliato in Torricella Sicura, ove teneva bottega, si era intrattenuto in uno spaccio di vino a giocare alle carte con Ludovico Angelozzi. Poi usci e tornò a bottega, in apparenza tranquillo. Si armò di rivoltella e di un lungo trincetto, disse ai due giovani suoi operai di smettere il lavoro, e incominciò nella via a gridare: - Morte, morte a tutti! - ed a sparare colpi di rivoltella. Fu ferito gravemente il compagno di gioco, il sig. Angelozzi. Il parroco don Nicola Pompei, che passava, s'ebbe vituperii e minacce, e poiché egli diceva al Tentoni: - Achille, Achille, calmati, non mi riconosci? sono don Nicola! - il Testoni si avventò contro di lui. L'ottimo sacerdote fuggì, rincorso; la tunica gl'impediva di allungare il passo; in un momento gli si attorcigliò alle gambe, ed egli cadde, e l'omicida gli fu sopra e gli inferse due volte il lungo trincetto nella pancia. Veniva di lontano il fratello dell'abate, l'altro caro amico nostro sig. Giuseppe Pompei, già sergente nell'esercito, ora in pensione perchè ha dato quasi del tutto alla Patria ciò che di più caro si ha in vita: la vista. Per quanto gli permettevano la scarsa facoltà visiva dell'occhio rimastogli e le ombre che incominciavano a scendere, accorse, si slanciò contro il Testoni, che è uomo forte, cercò di disarmarlo, caddero per terra e il Pompei rimase ferito ad una gamba, e, mentre l'omicida si allontanava, il buon Pompei alzatosi correva qua e là in cerca del fratello e lo chiamava a nome, inutilmente. Il povero sacerdote, alzatosi, premendosi con le mani le orribili ferite, s'era portato in casa Mazza, e vi s'era lasciato cadere dolente e tremante, senza che alcuno si accorgesse di lui. L'omicida aggredì a revolverate Ludovico Falcone
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