|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
politico (1-12-1918) Sapevamo già che da tempo un male insidioso minava la esistenza del Cav. Uff. Camillo Filippone Mezzopreti Gomez: ciò nonostante ci pervenne inaspettata la notizia della sua morte perchè troppo prematuramente egli cedeva al fato inesorabile, quando molto altro poteva ancora egli fare e per la sua diletta famiglia e per la pubblica cosa. E usiamo l'espressione appropriata dicendo che molto altro bene poteva egli ancor fare, in quanto che chi usa guardare e giudicare spassionatamente uomini e cose, non può non costatare che non solo egli lascia larga eredità di affetti, ma tracce luminose e permanenti ancora nell'amministrazione delle pubbliche aziende. Camillo Filippone-Mezzopreti, per quanto, giovinetto ancora, si trovasse dotato di larghissimo censo, specie per munificenza di suo padre adottivo Emidio Mezzopreti-Gomez, che fu fra i più apprezzati Prefetti del tempo e che lo ebbe carissimo, continuò i suoi studii prediletti, laureandosi in giurisprudenza, ben sapendo che, nei nuovi tempi, non è la fortuna materiale che eleva, ma lo studio e la coltura. E sapendo altresì che è sempre sulla famiglia, e sulle solide basi della stessa, che può poggiare sicuramente la moderna società, ad essa fu affezionatissimo, accrescendone la compagine ed il benessere. Né il culto della famiglia gli faceva dimenticare altri doveri sociali, attaccatissimo agli amici - e ne contava non pochi, - questi trovavano sempre in lui non solo il consigliere fidato, ma il sostenitore costante e disinteressato; anzi è nel momento critico dell'amico che egli, a volte spontaneamente, interveniva, sorreggendolo nei modi, più signorili, senza neppur scalfirne il naturale amor proprio. E data la sua posizione sociale, date le larghe simpatie presto
|