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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, deputato (9-3-1919) [Inizio Voce]ore. La sua vita, resa gaia dall'affetto della sorella, dalle carezze dell'eroe di Pola, Capitano medico Raffaele, sembrava dovesse essere eterna. E quando fui da lui l'ultima volta sempre con la sua voce giuliva, col suo volto sorridente mi ripetette nell'accomiatarmi: «Fatti rivedere, torna presto». Ma ahimè! Son tornato, si, nella sua modesta casetta, ma l'ho trovato travolto dall'ala gelida della morte! E col cuore affranto dal dolore, o amato professore, io depongo sulla tua tomba il bacio affettuoso di quanti furono tuoi discepoli, ammiratori ed amici di quel lembo d'Italia, che a te dette i natali; il bacio dei miei colleghi abruzzesi, che pur non conoscendoti ti stimavano e veneravano; il bacio di riconoscenza e di gratitudine del tuo piccolo amico, che certo non ti dimenticherà, poiché di te ben poca cosa è spenta, rimanendo ancora vivo negli animi di tutti la tua mente, il tuo cuore, il ricordo della tua vita, che non ebbe altro ideale che la scuola, che l'educazione dei giovani al rigoroso metodo scientifico, che è stato sempre gloria dell'Ateneo Napoletano. Napoli 6 marzo 1919 (Armando Tattoni)
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