|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
insegnante, archeologo, deputato, Roma (4-11-1922) Con l'animo profondamente angosciato annunciamo ai nostri lettori la improvvisa morte di Felice Barnabei, avvenuta il 29 ottobre. Scrivono i giornali che un disturbo improvviso lo ha spento senza sofferenze, mentre intorno a lui era raccolta tutta la famiglia. Aveva atteso ai suoi lavori di altissimo interesse storico fino al momento in cui il malore lo colpì. E' morto veramente sulla breccia l'insigne uomo che ha onorato altissimamente la Patria con le opere del suo eletto ingegno, con l'insegnamento, col mandato politico. Per la morte di Felice Barnabei l'Italia degli studiosi, degli uomini dagli elevati spiriti, l'Italia degli uomini coscienti prende il lutto, e più vivo questo lutto deve essere ed è per gli Abruzzesi che han visto questo conterraneo, sorto da umili natali, spandere il suo nome, in Europa e in America, circonfuso di gloria. E fu vera e salda gloria la sua! Ah, quanta amarezza noi proviamo nell'anima, ripensando che Uomo sì insigne, Parlamentare sì eminente non ebbe dai vari governi, succedutisi dopo ch'egli si ritirò dall'agone politico, l'onore meritatissimo di poter entrare nella Camera vitalizia, ove pur sono tanti immeritevoli della distinzione e che a Felice Barnabei non erano degni di legare e sciogliere i legacci delle scarpe! Ah, che gran brutte cose sono la ingratitudine e gli opportunismi politici... Di Felice Barnabei restano diecine di volumi di scritti che danno lustro all'Italia; restano due musei creati a Roma, quello etrusco e italico di Villa Giulia e l'altro di antichità romane delle Terme; di tanti, oggi in auge, il tempo disperderà il nome come il vento le foglie! Avanti alla tomba di Felice Barnabei, che fu amico nostro nella prospera sorte e nella ria, ci inchiniamo
|