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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
insegnante, archeologo, deputato, Roma (4-11-1922) [Inizio Voce]nel 1832 aveva dato un piccolo saggio. Ma dal 1832 al 1894, quando il Barnabei pubblicò il suo lavoro, nessun progresso si era fatto in questo campo. Un altro importante lavoro di Felice Barnabei è quello sulla «Villa Pompeiana» di C. Fannio Sinistore, scoperta presso Bosco reale. Con questo lavoro egli diede un saggio di reintegrazione, descrivendo il costume che era in voga al tempo in cui fu distrutta Pompei. Felice Barnabei ebbe ammiratori ed estimatori insigni in Italia ed all'Estero e meritò un magnifico elogio da Giovanni Pascoli, quando innanzi a lui, col Vaglieri e con Huelsen, fece la lettura ed il commento del «Carmen Saeculare» di Orazio. Al Pascoli parve di ascoltare Orazio in persona con quel suo «dulce loqui» ed il suo «ridere decorum». A lui lo stesso Pascoli dedicò con una splendida e lusinghiera epigrafe il grazioso e vivace poemetto latino «Reditus Augusti». Nei «Carmina» di Cesare De Titta, recentemente pubblicati dal Carabba di Lasciano, il geniale poeta ed umanista abruzzese ha fatto omaggio di elegante carme, di epigrammatica brevità, nel quale immagina il vecchio archeologo in giro per le antiche città, per i fori, per i templi, per i sepolcri: le lucerne antiche ardono nella notte e gli illuminano della loro luce le case dissepolte. Una lucerna arda sulla tomba e mandi a noi superstiti la luce di quell'ideale, di cui arse il suo spirito nobilissimo in uno splendore di dottrina ed in una fiamma di amore vivissimo per l'Italia, a cui auspicò sempre migliori destini nella storia futura pari alla gloria ed alla maestà della storia antica, nella quale fu maestro alla nostra generazione. (Luigi Illuminati) (16-1-1923) La Commemorazione di Felice Barnabei al Consiglio Provinciale — Noi, che fummo amici ed ammiratori del nostro Grande comprovinciale Felice
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