[Elenco dei Nomi]

(...segue) Barnabei Felice
insegnante, archeologo, deputato, Roma (4-11-1922)

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a Villa Giulia. Dalla sua viva voce appresi le vicende, le ansie, le molte difficoltà per quelle, che a parecchi ed egregi uomini del tempo sembrarono audaci imprese. Ma vinse la forza di volontà e di sapere (a nulla vale l'uno senza dell'altra) del forte abruzzese. Rivendicò dall'amministrazione militare i superbi avanzi di una parte delle Terme di Diocleziano, denunziando Il sacrilegio di averle adibite a stalle per i reggimenti di artiglieria. Rivendicò dalla Parrocchia di S. Maria degli Angeli il Chiostro di Michelangelo e fu sul punto di far murare in alcune stanze il Parroco riluttante alla consegna. Lottò e vinse contro il Comune di Roma, che voleva farne un Museo romano, mentre persuase tutti che doveva essere nazionale, a testimonianza anche della compiuta unità della Patria. E nella villa di Giulio III. costruita su disegni di Michelangelo, decorata di marmi preziosi e di pitture d'un valore storico inestimabile, che curò di far restaurare in una col Ninfeo, ricco di bassorilievi e di cariatidi dell'Ammannati, impiantò il Museo più importante di Roma, che gli stranieri ci invidiano ed in esso collocò tutto il copioso ed importantissimo materiale degli scavi dell'Agro Falisco. Di questa sua opera meravigliosa si compiaceva più delle altre: anche dopo avere abbandonata la Direzione delle Belle Arti e fino agli ultimi tempi, tornava spesso a visitarla, e, circondato dai funzionari, che facevano a gara, per onorarlo, sedeva sotto il portico e commentava nel modo, che Egli soltanto sapeva, le cose più rare e preziose del Museo. Però mai una parola uscì dal suo labbro, che accennasse alle diuturne fatiche nel dirigere e sorvegliare gli scavi nel territorio Falisco per impedire non solo danni alle tombe, ai vasi ed a quant'altro tornava alla luce dopo circa 24

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