[Elenco dei Nomi]

(...segue) Barnabei Felice
insegnante, archeologo, deputato, Roma (4-11-1922)

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le arti della pace, più difficili di quelle belliche, sarà meglio intesa ed onorata e benedetta l'opera di Felice Barnabei, perchè una sola forza governa il mondo ed è la sapienza. — Il Discorso Celli — Onorevoli consiglieri, L'affettuosa riverenza che invade e commuove l'animo di tutti nell'onorare la memoria del grande archeologo Felice Barnabei rievocata dall'alta mente e dal gran cuore del nostro Presidente Luigi Paris, fa fremere di spasimo doloroso l'animo mio, inconsolabile al pensiero della grave perdita subita da Castelli, il paesello natio. Oh! fatalità! La sera del 29 ottobre, Castelli, incoscia del lutto che la colpiva, faceva gran festa e si inebriava in tripudio, senza fine, di gioia, per l'inaugurazione della luce elettrica, quando in Roma, invece, spegnevasi la sua più grande luce di gloria! Tutta l'anima di Castelli è oggi qui con me e rivede in questo Consiglio l'istituzione, che nel 1854 incoraggiò il dodicenne Felice Barnabei col sussidio di tre ducati mensili, perchè il promettente ingegno fosse coltivato a vantaggio dell'arte ceramica castellana; rivede i consiglieri onorevoli, che espressero il voto al Governo del Re, perchè più non si attardasse nella doverosa nomina a senatore del Barnabei. Io sento con me tutta l'anima di Castelli, che palpita in questo Consiglio, pel tributo di onore che si intende dare al suo illustre figliuolo, che onestamente e sapientemente spese tutta la vita pel bene della scienza e della patria. Onori grandissimi furono resi all'illustre uomo in Roma, ma nulla, secondo me, uguaglia l'onore di un attestato di stima, di devozione, di grata memoria, che viene dal più alto consesso della propria Provincia e che è l'espressione dell'affetto della casa propria. Castelli, oltre l'onore grandissimo, deve al suo illustre figlio

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