[Elenco dei Nomi]

(...segue) Barnabei Felice
insegnante, archeologo, deputato, Roma (4-11-1922)

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così Felice Barnabei il 13 gennaio 1842. Grandicello, faceva i primi lavoretti nella bottega paterna di maiolicaro, ma i genitori non si indugiarono a metterlo a scuola presso l'Abate Rosa e poi presso un altro benemerito insegnante, pure sacerdote, Don Vincenzo Celli, (allora non esistevano pubbliche scuole comunali). A 10 anni venne inviato in Montorio, dove, per 2 anni circa, fu, con grande affezione, tenuto in casa del Canonico D. Fabio Pacini, di felice memoria, che fu quegli che bene lo istradò negli studi delle lettere, ed al quale molto il Barnabei restò grato per tutta la vita. A 12 anni, mentre frequentava in Teramo la scuola dei barnabiti, ottenne dalla Provincia il sussidio di 3 ducati al mese per 4 anni, affinché il ragazzo, di grande e promettente ingegno, molto inclinato nella pittura, potesse educarsi in modo da essere in avvenire di utile vantaggio per far rivivere la gloriosa tradizione d'arte in Castelli. Fu, senza dire, valoroso discepolo sia nella scuola classica che nella scuola di disegno e grandi sacrifici dové sopportare in quel tempo suo padre, che con la bisaccia dei viveri sulle spalle, faceva settimanalmente i viaggi a piedi da Castelli a Teramo. Erano sette ore di cammino nell'andare e sette di ritorno, con passaggio di fiumi pericolosi, allora senza ponti. Un colpo di fortuna, nel 1861, aiutò il giovane e gli aprì la via verso la gloria. Il padre era andato in Aquila a vendere i piatti (più di una volta vi era andato anche il giovinetto Felice); improvvisamente si seppe che una banda di briganti si dirigeva verso Castelli, facendo accampamento nel bosco e quindi era pericolosissimo passare in quei posti. Bisognava urgentemente avvisare il padre di non tornare dal bosco, valicando la montagna pel vado di Siella. Il telegrafo a quei tempi era

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