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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
insegnante, archeologo, deputato, Roma (4-11-1922) [Inizio Voce]solo a Teramo. Felice partì subito e, a piedi, divorò la lunga strada. Entrato nella farmacia Quartapelle per raccontare i suoi guai all'amico Berardo ed al venerando Raffaele, che tanto gli volevano bene, ebbe la sorte di poter essere presentato, e con le migliori referenze, a Leonardo Dorotea, di Villetta Barrea, uomo assai stimato per la parte presa nei moti del '48. In quell'occasione il Barnabei fu scelto per visitare la prima Esposizione Nazionale che si tenne a Firenze nel 1861. Fu allora, in Firenze che conobbe la Milli e fu allora che l'insigne poetessa Teramana, apprezzando l'alto valore dell'ingegno e della coltura del giovine, con materno affetto, si propose di trovargli la via per farsi onore. Prima fu deciso di far ammettere il giovane nelle grandiose fabbriche di porcellana del Marchese Ginori, a Doccia, presso Firenze, cercando di collegare una vita di sicure speranze al bisogno, da tutti sentito in Provincia, di far risorgere all'antico splendore l'arte della ceramica in Castelli. Ma non valsero nè l'intercessione del dott. Barellai, nè le dirette raccomandazioni della poetessa, perchè il Marchese Ginori, per timore di concorrenza da parte dell'industria castellana, oppose un deciso rifiuto. Voleva forse così la buona sorte! La Milli consigliò allora il Barnabei di tentare il concorso per una borsa di studi nella Scuola Normale Superiore di Pisa, concorso che fu vinto brillantemente. Nell'Università di Pisa fu compagno dell'altro grande, di recente pure scomparso, Sidney Sonnino ed ebbe a maestri Pasquale Villari, Alessandro D'Ancona e il Comparetti. Nell'agosto del 1862 venne scelto per visitare l'Esposizione Internazionale di Londra ed allora fu che, per mezzo del Generale Ungherese Haug, il quale lo apprezzava già per un archeologo, conobbe il Mazzini.
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