[Elenco dei Nomi]

(...segue) Barnabei Felice
insegnante, archeologo, deputato, Roma (4-11-1922)

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La tesi di laurea costituì la base della sua carriera; e vi rientra Castelli. Egli, appassionato per l'archeologia, studiando un libro che trattava di vasi greci, riconobbe che il libro era ricco di erudizione ma assai difettoso per mancanza di conoscenza tecnica, di cui invece egli, da buon majolicaro castellano, era padrone. Volle compilare sull'argomento la sua tesi di Laurea, in cui rivelò tanta competenza e maturità di cognizioni, che gli venne assegnata la lode e al Ministero fu trasmesso il voto della Commissione esaminatrice perché il giovine professore fosse destinato per l'insegnamento a Napoli dove avrebbe potuto perfezionarsi negli studi archeologici, giovandosi del ricco materiale del Museo Nazionale. Non era a parlare di Musei di Roma, ancora papale, il Ministero invece lo destinò a Benevento, ma poi, certo per pressione della Milli, il decreto fu revocato ed assegnata la sede di Napoli al Barnabei che per 10 anni dal 1865 al 1875 insegnò lettere latine e greche nel Liceo Vittorio Emanuele, e consolidò la sua cultura archeologica visitando i Musei e gli scavi di Pompei. In quel tempo vinse un concorso a premi bandito dal Ministero fra i professori delle scuole secondarie per il miglior lavoro, che fu proprio il suo, uno studio su Alessio Simmaco Mazzocchi e le Tavole di Eraclea. A Napoli era diventato intimo del Fioretti, Direttore del Museo e degli scavi di Pompei, e quando il Fiorelli nel '75 fu chiamato dal Ministro Bonghi per creare la Direzione Generale di Antichità e Belle Arti, il Barnabei fu scelto come segretario. Quanto Felice Barnabei abbia compiuto nella Direzione Generale, prima da Segretario e poi da Direttore, sarebbe troppo lungo qui dire. L'attività del grande rifulse proprio nell'organizzazione statale dei servizi archeologici. Gli scavi,

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