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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
insegnante, archeologo, deputato, Roma (4-11-1922) [Inizio Voce]le scoperte si facevano in modo patriarcale e costituivano un commercio fra gli incettatori di cimelii ed opere d'arte. Gli stranieri spadroneggiavano portando via intere collezioni e, con la maschera della dottrina, truffavano ingordamente. I tedeschi avevano imposto in Campidoglio l'Imperiale Istituto Archeologico Germanico; un consimile Istituto aveva posto la Francia a Palazzo Farnese e nello spogliarci di tanti tesori d'arte e nel sopraffarci il diritto di sovraintendenza agli scavi in casa nostra, una volta tanto si trovavano d'accordo Francia e Germania. Poi si aggiunsero l'America e l'Inghilterra. Barnabei intravide la battaglia e la ingaggiò con forte animo da abruzzese. Essa fu lunga ed aspra, contro l'ignoranza, contro la malafede, contro l'indifferenza di molti che avrebbero potuto coadiuvarlo, e contro parecchi eruditi che, per servilismo e per basse invidie e gelosie, sentimenti che spesso sono violenti anche fra i dotti, si schieravano a favore dello straniero. Ebbe pertanto, dolori senza fine. Se avesse voluto chiudere, come suol dirsi, un occhio, oh! come il Barnabei avrebbe potuto diventar ricco! La sua mente mai vacillò al riguardo. Egli lottò per l'onore d'Italia, rivendicando alla Nazione il diritto di occuparsi delle cose proprie prima e meglio di ogni altro popolo. Da solo, perchè il Fioretti era vecchio ed affranto da dolori domestici. Dei suoi coadiutori il Brizio e il Lanciani preferirono le cattedre universitarie e il Pigorini si dedicò tutto alla preistoria dando il maggior impulso al Museo Preistorico ed Etnografico come al Bollettino di Paleontologia. Le Notizie degli scavi vennero fuori nel '76, anche per volere di Quintino Sella e sostituirono ed annullarono il valore di ogni altra pubblicazione; leggi furono promulgate per la tutela del
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