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(...segue) Finamore Gennaro
storico, studioso del folklore, dialettologo, direttore di liceo (1-8-1923)

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chiara e umana psicologia dell'amore più profondo per la terra madre, con una parvenza certosina e una fede invitta, egli riusciva a penetrare nelle più remote scaturigini della vita interiore ed esteriore del suo popolo e a fissare sulla carta, con efficacia mirabile, i frutti del suo sondaggio ideale, ricostruendo gli antichi usi e costumi, le tradizioni più caratteristiche della razza, i canti e le leggende, i giuochi fanciulleschi e le feste della cristianità, e raccogliendo le antiche novelle, credenze e superstizioni, i vecchi indovinelli, proverbii, e modi di dire. Nei suoi volumi in prosa – più che in tutti i lavori in rima composti dai cantori abruzzesi – il nostro popolo trova il poema più vero e più bello delle sue tradizioni millenarie e della sua anima forte e gentile: dal complesso delle opere del Finamore l'idea del vecchio popolo di Abruzzo sorge infatti nitida, sincera e integra, sullo sfondo meraviglioso del paesaggio, che tante attrattive offre al turismo italiano. E chi non conosce questa terra – così ricca di bellezze intellettuali, naturali e tradizionali – solo leggendo le opere folkloristiche del Finamore potrà avere una visione precisa della nostra stirpe, mite e gagliarda, generosa e laboriosa, intollerante delle offese all'onore e al pudore, innamorata dei suoi colli e delle sue valli, del suo cielo e del suo mare, ardente negli odii e nelle amorose passioni, le quali hanno ancora un po' della mistica malinconia pastorale. Onde tutta la produzione folklorista del Finamore sopravviverà a lui, perché tutto ciò che, come gli scritti del grande scomparso, - così eccellenti per dovizia di notizie, rigore di metodi e di stile – racchiude in sé lo spirito dell'antica anima e sapienza popolare, è destinato a resistere all'opera dissolvitrice del tempo.

(segue...)