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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
(31-10-1926) [Inizio Voce]la pietà verso i miseri e l'orgoglio di essere cittadino teramano. Ebbe sempre una solidità morale e una rettitudine così uniforme e continua che il suo nome era simbolo di onestà indiscussa. Nei pareri, nei consigli, nei sentimenti, nei giudizi era di una precisione morale così assoluta, d'una equità così scrupolosa, d'una generosità così ricca e così sicura che gli amici lo seguivano — nei pubblici uffici che Egli tenne, e in ogni altra contingenza della vita — con una confidenza senza limiti. La sua anima era severa come severo era il suo aspetto, come il suo sguardo, come la sua parola, come il suo accennare del capo in sì o in no senza ambagi e senza incertezze, come senza rispetti umani. Camminava nel giusto, perciò il suo ricordo durerà lungamente presso i viventi, e la sua memoria verrà benedetta. Nel suo testamento egli ha così disposto: all'Istituto Gualandi Lire 2000, ai poveri di Teramo L. 2000, all'Orfanotrofio Regina Margherita altre Lire 10.000, dopo le Lire 50.000 fatte pervenire pochi giorni prima al Presidente, al Tubercolosario L. 200.000, alla Congregazione di Carità L. 300.000. E nell'opera di beneficenza l'ha seguito l'erede cav. ing. Guido Giosia che ha offerto: all'oratorio S. Teresa di Gesù L. 500,00; al Ricreatorio Gemma Marconi Lire 500,00; alle Dame di Carità L. 2000,00; ai Mutilati L. 6000,00. Il professore Luigi Savorini scrisse la seguente epigrafe, apposta sul fronte della chiesa, nel giorno dei funebri: Enrico Bernardi Petrini — di famiglia patrizia dei XLVIII — ultimo d' una stirpe di probi e di buoni — nelle civiche amministrazioni — assertore dell'equo e dell'onesto — fu in pubblico ed in privato — uomo d'esemplare austerità. — Niuno batté mai invano — alla porta della sua casa. — Sia breve per lui l'attesa suprema — alla porta dei Cieli.
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