Poniamo inoltre qui il "Sonetto di rinfacciamento a Musuraca", senza dubbio mal situato tra le poesie del 2° gruppo, e sempre capace di eccitare gli amici a rimaner tali anche "a tempo d'infelice stato"(123). Con tanto maggior ragione poniamo qui anche il "Sonetto fatto a tutti carcerati", che del rimanente potrebbe esser posto anche tra le poche poesie del tempo del processo de' laici(124): in esso si dice che era negata, oltre la favella e il commercio, benanco la difesa, ciò che si spiega col fatto dell'amministrazione delle torture decretata durante il processo informativo, senza dare anticipatamente la copia degli atti; e tra' varii istrumenti di morte è citata pure la sega, ciò che aggiunge qualche cosa anche alla credibilità dello strano supplizio già destinato a Maurizio in Calabria. Vi brillano poi i concetti elevati e i consigli virili al maggior segno; vi si canta
.... sol la virtù de' vostri pettil'orgoglio del tyranno affrena e lega";
vi si esalta il glorioso e bel morire per la libertà, e vi si dice
Qui dolce libertà l'alma gentileritrova, e prova il ver, che senza lei
sarebbe anchor il paradiso vile".
Ma oltre gli eccitamenti in generale, diretti a' frati rimastigli fedeli, il Campanella diresse anche qualche eccitamento in particolare, p. es. al Petrolo, che sperava poter ricondurre a fedeltà; così dettò quel Sonetto che fra Pietro intitolò "in lode di fra Domenico Petrolo", e che veramente si deve dire di sollecitazione a ritrattarsi:
Venuto è 'l tempo homai che si discuopra,
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