Che costui era di pessima vita e cattivo cristiano al punto di persistere tuttora nella scomunica inflittagli in Calabria, teneva per servitore Valerio Bruno nelle carceri di Napoli e dichiarava di non aver mai parlato, ed avea più volte cercato perdono ad esso fra Dionisio narrandogli i particolari del fatto di Soriano; che mentre era impossibile accordare la cacciata di esso fra Dionisio da Soriano e la predica contemporaneamente permessagli dal Priore, dovea notarsi aver lui deposto dopo il Pizzoni, quando da fra Cornelio gli fu detto che il Pizzoni l'aveva nominato come uno de' capi della congiura. Che esso fra Dionisio avea nella predica di Soriano, a santo e pio fine, parlato di qualche fatto esecrabile commesso contro il SS.mo Sacramento, per mostrare l'infinita pazienza di Dio; che lo stesso Valerio Bruno avea con più persone lodata la predica di lui in Soriano, dicendo che era riuscita a farlo piangere, la qual cosa non gli era mai accaduta; che se il Priore e il Lettore di Soriano avessero deposto di aver cacciato esso fra Dionisio dal convento, risulterebbero mendaci, poichè gli aveano permesso di predicare e non aveano partecipato nulla a' superiori. Che il Pizzoni gli era nemico, atteso il furto degli scritti per lo quale esso fra Dionisio l'aveva svergognato; che era sempre stato amico de' nemici di lui, ed avea fatto fuggire il Polistina, procurando che fra Pietro di Stilo l'avvertisse, quando esso fra Dionisio cercava di farlo carcerare; che era sempre stato di pessima vita, soggetto a penitenze per molti furti (citato uno per uno), affetto da mal francese etc., scappato in pianelle, senza cappello e senza cappa dal Capitolo di Catanzaro per fuggire la prigionia, obbligato a circondarsi di fuorusciti per salvarsi dalle vendette di coloro che aveva offeso con le sue disonestà. Che nella causa della congiura, negando dapprima l'esame di Calabria, il Pizzoni aveva espressamente affermato di aver detto anche in materia di eresia molti mendacii, amplificati ed accresciuti da fra Cornelio e dal Visitatore, e nella fossa in cui fu posto avea pure scritto sul muro di esservi stato posto perchè si volea che dicesse bugie, come tuttora potea vedersi, ma poi persuaso dal Lauriana confermò di nuovo il primo esame.
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