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      Era uno de' tanti Cavalieri di Malta, che profittando delle guarentigie giurisdizionali cominciavano per fare i prepotenti, e poi ben presto finivano per fare gli assassini di strada insieme co' compagni a' quali erano costretti ad appoggiarsi. Di nobile famiglia napoletana, dimorante nel vicino paesello di Melito, aveva appena 26 anni e già fin dal 9 marzo 1595 trovavasi carcerato in Castel nuovo perchè le carceri del Nunzio erano malsicure per lui, essendosi distinto per molti e gravi delitti, omicidii, scarcerazione violenta di detenuti, svaligiamento del procaccio di Puglia, ricatti, furti ed assassinii al passo tra Melito ed Aversa, furto e ricatto di notte nella stessa città di Napoli in casa di Ascanio Palmieri fuori la porta del pertuso (quella che fu poi detta porta Medina e non ha guari è stata diroccata): fuggito una volta dalle galere mentre lo traducevano a Malta per esservi giudicato, nel 1598 era riuscito a fuggire anche dal Castel nuovo con un altro carcerato del Nunzio, Cesare d'Assero clerico, ma semplicemente "perchè il carceriere havea lassata la porta aperta et egli voleva buttarsi alli piedi di S. S.tà", siccome scrisse a Roma quando fu ripreso in Gaeta e ricondotto in Castel nuovo; e poichè tutti i suoi compagni nelle scelleraggini, i quali aveano testificato contro di lui, erano stati prontamente appiccati dalla Corte Regia e non potevano più farsi gli esami ripetitivi per convincerlo, il Nunzio lo teneva così in carcere senza sapere cosa dovesse farne(218). Ci affrettiamo a dire che la Musa del Campanella non si mosse per lui.


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Fra Tommaso Campanella: la sua congiura i suoi processi e la sua pazzia
Volume Secondo
di Luigi Amabile
pagine 741

   





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