Ma anche nel sonno, ebbe un sogno - o se non era un sogno, gli somigliava assai. La sua sorellina Gustava, dagli occhi azzurri e dai riccioli biondi, era divenuta ad un tratto una giovinetta alta e snella; e, senz'aver le ali, pur sapeva volare. E volavano insieme sopra l'isola di Seeland, sopra le verdi foreste e i laghi azzurrini.
Senti il gallo che canta, piccolo Tuk? Chicchirichiiii! Le galline spiccano il volo dalla città di Kjöge. Avrai un bel pollaio, un bel pollaio grande grande: non patirai, no, la fame; non ti mancherà nulla. Quando tirerai, colpirai nel segno, come nel bersaglio di Prästoe, e diverrai ricco, e sarai felice. La tua casa si alzerà come la torre del Re Waldemaro, e sarà adorna magnificamente di statue di marmo, come quelle del grande Thorvaldsen. Chi ha orecchi da intendere intenda. Il tuo nome volerà sull'ali della fama, e farà il giro del mondo, come la nave che doveva salpare da Corsör.
Non dimenticare il nome delle città!
- raccomandò Re Hroar: "Parla bene e con buon senso, piccolo Tuk; e quando alla fine scenderai nella tomba, dormirai placidamente..."
Come se fossi a Soröe, nella piccola città del silenzio!
- disse Tuk e si destò. Il sole era già alto, ed egli non ricordava nulla nulla del suo sogno. Ma non era punto necessario, perchè non c'è bisogno di sapere quello che ci accadrà poi.
Balzò in fretta dal letto, e rilesse il suo libro... e tutt'ad un tratto si avvide che sapeva la lezione dalla prima parola all'ultima. Anche la vecchia lavandaia fece capolino all'uscio, salutò con un cenno affettuoso, e disse:
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Gustava Seeland Tuk Kjöge Prästoe Re Waldemaro Thorvaldsen Corsör Re Hroar Tuk Soröe Tuk
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