- Eccoci! - disse il giovine al professore levandosi da sedere.
- Ci siamo? - sclamò questi - Bene arrivati.
L'altro, quando fu uscito, gli stese la mano, lo aiutò a smontare, levò di sotto al sedile l'astuccio dei ferri, e s'avviò a braccetto del suo cieco compagno. Attraversato un portico, l'avvertí che stavano per incominciare i gradini di una scala. La montarono. Giunti sul secondo pianerottolo, aperse un uscio muto sui cardini, e conducendo sempre per mano il professore attraversò un'anticamera, per un altr'uscio passò in una seconda stanza, e disse:
- Ci fermeremo qui.
- Posso sbendarmi? - disse il professore.
- Senza dubbio.
Bartelloni non se lo fece dir due volte. Toltosi il fazzoletto, girò intorno lo sguardo e si trovò in un'ampia sala illuminata scarsamente da due lumi posati sopra una tavola rotonda, che vi sorgeva nel mezzo.
Lo sconosciuto, deposto su quella tavola l'astuccio, pregò l'altro di attenderlo per un istante; e attraversata la stanza scomparve per un uscio a fior di muro.
Rimasto solo il professore girò un altro sguardo molto piú curioso del primo sugli oggetti che si trovavano in quella camera, e si diede ad esaminarli.
La era una di quelle malinconiche sale, come se ne trovano ancora molte nelle case di campagna, mentre, per amor del ricavo e de' propri comodi, il proprietario in città le ha totalmente abolite.
La vôlta altissima, a spicchi, era fregiata di stucchi foggiati a pampini, che correvano su a intrecciar la cornice ovale di un medaglione di discreto autore, che rappresentava la solita.
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