Poi, nella parte già riferita che appartiene al suo primo rifugio presso Bartolommeo, il fratello di Cane, notisi ch'ei lo loda d'aver antivenute le sue domande; e così rimprovera Cane, a cui fu in qualunque modo costretto di domandare. Fra gli strali dell'esilio, si fa dire da Cacciaguida,
Tu proverai sì come sa di saleLo pane altrui, e com'è duro calle
Lo scendere e 'l salir per l'altrui scale;
che certo era altiera ammonizione al potente suo ospite. Ma ad ogni modo, ei lo loda poi direttamente e magnificamente, così:
Con lui698 vedrai colui che impresso fue,
Nascendo, sì da questa stella forte,
Che notabili fien l'opere sue.
Non se ne sono ancor699 le genti accorte,
Per la novella età, che pur nove anniSon queste ruote intorno di lui torte.
Ma pria che 'l Guasco700 l'alto Arrigo inganni,
Parran faville della sua virtuteIn non curar d'argento nè d'affanni.
Le sue magnificenze conosciuteSaranno ancora sì, che i suoi nimici
Non ne potran tener le lingue mute.701
A lui t'aspetta ed a' suoi benefici;
Per lui fia trasmutata molta gente,
Cambiando condizion ricchi e mendici;
E porterâne scritto nella menteDi lui, ma nol dirai....;702 e disse cose
Incredibili a quei che fia presente.
Parad. XVII. 76-93.
Ma di nuovo son temperate queste lodi da ciò che segue. Noto è quanto sovente il Poeta morda i grandi; e dicemmo due tradizioni che corrono di due vendette cadutene perciò su lui in Toscana ed in Genova. Nè perciò egli aveva degnato scusarsene mai, o mutar modi. Ma ora, in corte a Can Grande, gli potè venir a mente quel luogo del Purgatorio testè pubblicato,703 dove erano vituperati due Scaligeri; Alberto padre di Can Grande, e Filippo abate di San Zeno, fratello naturale di lui.
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