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      Questa parola onore è una di quelle, che ha servito di base a lunghi e brillanti ragionamenti, senza attaccarvi veruna idea fissa e stabile. Misera condizione, delle menti umane, che le lontanissime, e meno importanti idee delle rivoluzioni dei corpi celesti, sieno con più distinta cognizione presenti, che le vicine ed importantissime nozioni morali, fluttuanti sempre, e confuse, secondo, che i venti delle passioni le sospingono, e l'ignoranza guidata le riceve, e le trasmette! Ma sparirà l'apparente paradosso, se si consideri, che come gli [pag. 25] oggetti troppo vicini agli occhi si confondono, così la troppa vicinanza delle idee morali fa, che facilmente si rimescolino le moltissime idee semplici, che le compongono, e ne confondano le linee di separazione necessarie allo spirito Geometrico, che vuol misurare i fenomeni della umana sensibilità. E scemerà del tutto la maraviglia nell'indifferente indagatore delle cose umane, che sospetterà non esservi per avventura bisogno di tanto apparato di Morale, nè di tanti legami per render gli uomini felici e sicuri.
      Quest'onore dunque è una di quelle idee complesse, che sono un aggregato non solo d'idee semplici, ma d'idee parimente complicate, che nel vario affacciarsi alla mente ora ammettono, ed ora escludono alcuni de' diversi elementi, che le compongono; nè conservano, che alcune poche idee comuni, come più quantità complesse algebraiche ammettono un comune Divisore. Per trovar questo comune Divisore nelle varie idee, che gli uomini si formano dell'onore, è necessario gettar rapidamente un colpo d'occhio sulla formazione delle società. Le prime Leggi, e i primi Magistrati nacquero dalla necessità di riparare ai disordini del Fisico dispotismo di ciascun uomo; questo fu il fine institutore della Società, e questo fine primario si è sempre conservato realmente, o in apparenza [pag.


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Dei delitti e delle pene
di Cesare Beccaria
1764 pagine 84

   





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