– Sparsa da vero di fiori polizianeschi e classici è l'ecloga intitolata Tirsi, composta d'ottava rima con l'intermezzo d'una canzonetta o coro di pastori da Baldassarre Castiglione in compagnia di Cesare Gonzaga, e da ambedue nel carnevale del 1506 pastoralmente recitata nella presenza di madonna Elisabetta duchessa d'Urbino sedente tra molte nobili donne e signori.(17) Tirsi è un pastore forestiero che tratto alla fama viene per mirar da vicino tanta virtú di quella corte: Jola (il Castiglione) e Dameta (il Gonzaga) lo ricevono e gli vanno mostrando i virtuosi, e di loro e della duchessa cantan le lodi.
Tre o quattro cose queste, goffe o leggiadre: ma che hanno a fare con le pastorali del Tasso e del Guarino?
III
Dall'ottava alla terza rima, dagli imitatori del Poliziano a quelli del Sannazzaro.
Imitazioni evidenti dell'Arcadia sono tre ecloghe di Serafino Aquilano: in una delle quali Silvano, uscito la mattina a vedere il male fatto alla campagna da un temporale, s'incontra con Ircano che duolsi; gli dimanda perché; per i danni del diluvio della notte, gli è risposto: ma intanto passa una ninfa, vera cagione de' guai; e Ircano la segue cantando un sirventese; e via discorrendo.(18) Fu notata, perché, si disse, l'azione va acquistando piú vita e la verseggiatura tende alla polimetria. Ma la polimetria cominciò con Giusto de' Conti; e, quanto all'azione, ce n'era già piú nelle ecloghe del Sannazzaro; per esempio, nella nona e nella decima. – Piú lunga e complessa di cotesta, con quattordici interlocutori, dovrebbe parere assai piú progrediente verso lo svolgimento drammatico un'ecloga del 1508 di Cesare Nappi, leggermente intinta di dialetto bolognese.
| |
Tirsi Baldassarre Castiglione Cesare Gonzaga Elisabetta Urbino Tirsi Jola Castiglione Dameta Gonzaga Tasso Guarino Poliziano Sannazzaro Arcadia Serafino Aquilano Silvano Ircano Ircano Giusto Conti Sannazzaro Cesare Nappi
|