CAPITOLO CLXIX.
Del fare cimieri o elmi da torneamenti e da rettori.
Quando ti viene il caso di fare alcuno cimieri o elmo da torniero, o da rettori che abbino andare in signoria; prima ti conviene avere cuoio bianco, el quale non sia concio se non con mórtina o vuoi cefalonia: distendilo e disegna il tuo cimiere come lo vuoi fatto; e disegnane due, e cuce insieme l’uno con l’altro, ma lassa tanto da un de’ lati, che vi possa mettere del sabbione, e con una bacchetta el priemi tanto che gualivamente sia ben pieno. Quando così hai fatto, mettilo al sole per più dì; quando è bene asciutto, tirane fuori il sabbione; poi della colla usata da ingessare togli, e incollalo due volte o tre. Poi abbi del gesso grosso macinato con colla, e miscolavi dentro della stoppa battuta, e fa’ che sia sodo a modo di pasta; e di questo gesso va’ ponendo e bozzando, daendoli quella forma o d’uomo o d’animale che abbi a fare o d’uccello, assimigliandolo el più che puoi. Fatto questo, togli del gesso grosso macinato con colla liquido e corsivo a pennello, e sopra questo cimieri ne darai tre o quattro volte a pennello. Poi quando è ben secco, radilo e puliscilo, sì come fai quando lavori in tavola. Poi a quel modo medesimo, come t’ho mostrato a ingessare di gesso sottile in tavola, per quel modo ingessa questo cimieri. Quando è secco, radilo e puliscilo; e poi se bisogna fare occhi di vetro, con gesso da rilevare li commetti e rilieva, se di bisogno è. Poi se ha essere d’oro o d’ariento, metti di bolo, sì come in tavola, e tieni in ogni cosa quel medesimo modo, e così del colorire; vernicandolo a modo usato.
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Il libro dell'arte
o Trattato della pittura
di Cennino Cennini
Le Monnier Firenze 1859
pagine 275 |
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