Questa è forza di un mondo morale più elevato. Quando si vede vinto, ferito e preso, che cosa domanda Adelchi? Domanda di essere presentato al vincitore, vuole aver la forza di rimaner calmo innanzi a lui, di sentirsi più alto, più felice di lui. Quella scena è di un grande effetto nella lettura. Vedete Adelchi ferito, trascinato nella sala dove è il vincitore freddo e rigido - il barbaro rappresentato in tutta la sua rozzezza - dove è anche il padre prigioniero, che veniva da Carlo a chieder grazia pel figlio, non sapendolo ferito a morte.
Adelchi edifica il suo piedistallo. Sapete che quando l'uomo muore, quando l'eroe della tragedia si avvicina alla morte, il modo come muore è il suo piedistallo. Adelchi, morendo, guarda ciò che gli sta intorno con gli occhi della morte: capisce sé, suo padre, il mondo. Egli gode di morire, perché non ha mai saputo che è venuto a fare in un mondo d'ingiustizie e di violenze, egli che ha un sentimento così alto della giustizia. Muore e dice al vincitore: - Tu, felice, tu pure devi morire - .
Si rallegra col padre perché non sia più re:
- Godi che re non sei; godi che chiusaAll'oprar t'è ogni via: loco a gentile,
Ad innocente opra non v'è - .
- Essendo prigione, non potrai più operare - : la maledizione per Adelchi non è nell'operare male, ma nell'operare.
Non ci è nessun mezzo di far cosa gentile, consona al suo mondo ideale; e gli esce di bocca un ultimo stimmate contro quel secolo:
- ... non restaChe far torto, o patirlo. Una feroce
Forza il mondo possiede, e fa nomarsi
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