Eccovi, o genitori e giovanette, un esempio atroce, ma pur veritiero dei danni che avvengono per una scelta fatta con troppa leggierezza o per capriccio.
CAPITOLO V.
PARTE PRIMA.
Il matrimonio ed suoi piaceri.
Il matrimonio dovrebbe essere l'unione di due cuori, di due anime che si comprendono a vicenda, che a vicenda si amano. Dovrebbe essere l'unione di due esseri di sesso diverso che si propongono di condividere le gioie ed i dolori della vita. Il fine del matrimonio è di perpetuare legittimamente l'umana specie. Due esseri che si amano desiderano adrentemente quest'unione che per sempre li congiunge con una catena dorata, che assimila le loro inclinazioni, le simpatie loro e la loro moralità. E infatti, come è sufficientemente dimostrato nel precedente racconto, questa dote è indispensabile per rendere un matrimonio felice. Tanto le gioie quanto i dolori poi li uniscono ancora più strettamente, perchè accrescono la simpatia e la stima reciproca. L'amore ardente che li univa d'amanti a poco a poco s'acquieta, si calma, dando luogo ad un affetto profondo che raramente si può svellere dal cuore.
Difficilmente i matrimoni d'onore riescono a bene, ed anche il proverbio "chi per onor si piglia per rabbia si scapiglia" conferma quest'asserzione.
Come sono felici coloro che legati dai vincoli della stima, dell'affezione e della devozione trascorrono la vita loro tranquilli, col cuore pieno di gioia e di tenerezza! Come lesti trascorrono i giorni loro! Come arride loro il sereno avvenire.
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