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      Del valore del S.or Mario(529) feci sempre grandissima stima, e lo giudicai atto a comporre qualsivoglia più dotto volume; nè mi cadde in pensiero già mai di negare che S. S. fusse stato l'autor primario di quell'opera, mentre, disputando sopra quei dogmi che egli stesso in quel medesimo libro confessa essere positioni di V. S., io indirizzai il mio discorso a lei: nè in ciò fu mio pensiero d'imitare il Sarsi, poi che non venne a mia notitia quella sua Libra se non dopo stampato il mio componimento De cometis(530) etc., sì che non soggiaccio ad alcuna colpa per la quale il S.or Guiducci debba contro di me tenere l'animo alterato di alcuna maniera.
      Circa l'altro problema della polvere poca e nera, che rinchiude in sè, per credere di V. S., mole grande di fuoco et una immensità di luce, m'ingegnerò di mandarle il mio sentimento, per ubidirla e con tal esca cavar dal suo soprafino giuditio più grande e più salda dottrina, quando haverò posto in carta li miei pensieri circa il controverso lume secondario della luna. Non le prometto già di poter ciò fare se non dopo il mio ritorno in Bologna, dove starò con l'animo quieto, il quale, per queste poche settimane ch'io devo dimorare in Padova, tengo involto in continui conti e litigii per occasione delle mie rendite, lassate per tre anni intieri a varii coloni et amministratori, che me ne rendono ragione; laonde mi trovo alieno dalle molte e sottili contemplationi nelle quali mi metterà la sua lettera e la sua dimanda.
      Il mio libro De centro et circumferentia(531) è di già finito, ma dallo stampatore non ne ho per ancora ricevuto altro che uno esemplare compito, per fare le correttioni.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVIII. Carteggio 1639-1642
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 850

   





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