Credo che Manzoni e Grossi si dolgano tuttavia, e si dorranno per un pezzo del pungiglione di questa vespa infarinata. Manzoni poi in particolare deve anco patire di gelosia per l'inno a Santa Teresa che cominciaCaterine, Maddalene
Son gran nomi in Paradiso.
Gli dica che abbia pazienza:
Credette Cimabue nella pitturaTener lo campo, ed ora ha Giotto il grido.
Dicono i teologi che in Cielo non entra nè pianto nè risa sgangherate, e che se ne stanno dolcemente quieti e sereni a bearsi nella contemplazione d'Iddio. Ma se i santi belati di un Lattanzio così ameno sono arrivati lassù, questa volta le leggi del paradiso hanno patito infrazione. Eppure un Accademico della Crusca nell'atto di compilare il Vocabolario, avrebbe dovuto aver fra mano quel dettato: «scherza co' fanti e lascia stare i santi.» Il fatto sta che noi tutti a una voce dicentes siamo rimasti stomacati di quel librucciaccio, e sarebbe bene che non avesse passato gli Appennini. Già costui s'accorgerà d'aver detto al muro, tanto rispetto a Santa Teresa che al Manzoni e al Grossi, e così accade sempre a questi nipoti dei Baronci in anima e in corpo.
Mi dia le sue nuove, e mi conservi la sua benevolenza.
34.
A Enrico Mayer.
Pescia, 28 aprile 1840.
Mio caro Enrico.
Accetto la lode e il buono augurio; l'una vorrei meritare, l'altra non posso ricusare quando mi viene da te. Le tue parole non mi saranno argomento di boria, ma stimoli acutissimi a continuare con perseveranza nella via presa; e se alla fine mi verrà fatta opera non discara ai buoni, sarò pienamente appagato.
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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze 1863
pagine 416 |
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