Adunque poi che tu sei innocente e sanza colpa delle imputazione che ti sono date, tu manchi della principale e maggiore parte, anzi per dire meglio, della sustanzia del dispiacere che tu potresti avere; tu manchi di quello che difficilmente riceve consolazione, e resta quello che se tu ti vuoi racorre e considerare bene le cose, non ha quasi bisogno di consolazione. È come se in tempo di una pioggia grande ti trovassi in una campagna, ma provisto in modo di cappello, di stivali e di panni che l'acqua non può passare, e sanza toccartene una sola gocciola, non che le carne ma né anche le veste vicine a quelle, arrivato a casa non truovi alla fine bagnato altro che quegli abiti estrinsechi, e' quali levandoti da dosso, e la persona e l'altre veste tue restano in quello medesimo modo che sarebbono se mai non fussi piovuto. Non è se tu consideri bene percosso di te per queste false vociferazione, altro che cose estrinseche: tu resti quello medesimo così buono, così integro, così virtuoso, eri prima; t'ha percosso una calamità che non a te solo ma tante volte è accaduta a' tempi antichi e moderni a uomini di virtù, di prudenzia, di bontà e di moderazione singulare; anzi è proprio degli uomini rari ed eccellenti essere lacerati da questi venti che alla fine hanno poca altra origine che da invidia. Gli esempii sono infiniti e tanto noti che è superfluo nominare alcuno, e di quelli massime che essendo sempre vivuti santamente, avendo fatto innumerabili benefici alla patria, non solo sono stati lacerati da questo romore e calunniose parole, ma a alcuni tolta la roba, mandati in esilio e qualche volta dalli ingrati popoli e patrie privati della vita.
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