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      Circa a questi tempi ancora, sendo venuto el tempo della prima paga s'aveva a fare a' viniziani de' ducati quindicimila per conto del lodo del duca di Ferrara e non essendo fatta, e' viniziani feciono rapresaglia delle robe nostre che erano in sul territorio loro; la quale cosa non fu di danno, perché a' piú de' mercatanti fiorentini che vi erano, non fu tocco nulla per privilegi avevano della civiltà, e gli altri, sendone stati avvertiti, avevano assentate le cose loro, in forma che non se ne patí niente, e nondimeno, come si intese a Firenze, vi fu deputato imbasciadore per giustificare le cose nostre messer Guidantonio Vespucci, e di poi, parendo che questa gita fussi invano, mutato el consiglio in meglio, non fu mandato.
      Nel medesimo anno, essendo gonfaloniere di giustizia per gennaio e febraio messer Francesco Pepi, ed avendo la città bisogno di danari, doppo molte dispute si propose finalmente una gravezza ingiusta e disonesta ed in grandissimo danno di coloro che avevano entrata di possessione. Erasi doppo el 94 posta, per uno magistrato deputato a ciò, una decima universale a tutti e' beni de' secolari, ed erasi usata qualche anno, ponendone secondo e' casi che occorrevano, una, dua o tre per volta. ma perché questa decima gittava poco, chi era trovatore di gravezze nuove ordinò in detto tempo che vi si facessi su una scala in su quegli che pagavano di decima da cinque ducati in su, e di cinque ducati in cinque si multiplicassi, in modo che quando si poneva una decima chi aveva di entrata cinquanta ducati gli toccava a pagare cinque ducati solo, chi n'aveva trecento, gliene sarebbe tocco da ottanta o cento; in modo che dove quello pagava uno decimo della entrata sua, questo altro ne pagava uno quarto o uno terzo, e chiamavasi decima scalata.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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