- «Vo' m'avete a comperare un uccellin Verdeliò.» - «La sciocca! Non si sa che gli abbia a fare dell'uccellino! Invece di ordinarsi un bel vestito, un bello scialle, si piglia l'uccello chi sa per farne che!» - «Chetatevi!» - dice. - «Io son contenta così». - Eccoti il padre va via. Quando torna, a quella porta il vestito; a quella lo scialle, il cappello; e alla Cenerentola l'uccellino. Eccoti, siccome gli era uno che lavorava a corte, dunque il Re gli dice a quest'omo: - «Io dò tre feste di ballo, tre festini; se tu vuoi condurre anche le tue figliole, conducile; tanto quel poco le si spasseranno». - «Come Lei comanda» - dice. - «Grazie!» - e accetta. Torna a casa: - «Sapete, ragazze? Questo e questo; Sua Maestà vole che si vada alla festa da ballo, così e così.» - «Vedi tu, Cenerentola, se ti avevi ordinato un bel vestito? Stasera s'ha a fare di andare alla festa di ballo.» - Dice: - «Non me ne importa nulla! Andate pure, io non ci vengo» - Eccoti la sera, quando gli è l'ora, si preparano tutte per bene, tutte pettinate, dicendo alla Cenerentola: - «Vien via, ti si accomoderà anche te.» - «Eh, io non voglio venire, andate voi, io non voglio venire.» - «Ma» - dice suo padre - «andiamo, andiamo! Vestitevi e venite via: lasciatela stare.» - Quando le sono andate via, la va dall'uccellino: - «Oh Uccellin Verdeliò, fammi più bella ch'io non so'[2].» - La vien tutta vestita di verdemare e tutta brillanti che a guardarla si accecava. Prepara due sacchette di quattrini l'uccellino; gli dice: - «Porta questi due sacchetti; e entra in carrozza e va via.
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