- V. Bernoni (Op. cit.) Ari Ari, caga danari. - VI. De Gubernatis, (Novelline di Santo Stefano di Calcinaja, XXI.) Bastoncrocchia.
[2] Similmente ha favoleggiato il Marino nell'Adone (Canto XIII, 228-229.) Mercurio parla in siffatta guisa al figliuol di Mirra:
Poi che una noce d'or colta ne avrai,
Fa che appo te, ne' tuoi viaggi incerti,
La rechi ognor, senza lasciarla mai;
Perchè valloni sterili e desertiPassar convienti, inabitati assai,
Là dove stanco di sì lunghi erroriPenuria avrai di cibi e di licori.
Il guscio aprendo allor de l'aurea noce,
Vedrai nuovo miracolo inudito.
Vedrai repente comparir veloceSovra mensa real lauto convito;
Da ministri incorporei e senza voce,
Senza saper da cui, sarai servito.
Nè mancherà d'intorno in copia grandeApparato di vini e di vivande.
Difatti, (Canto XIV, 8.) Adone
... Perchè da la fame è spinto a forzaE da la sete a desiar ristoro,
Tosto de l'aurea noce apre la scorza,
E credenza gli appar d'alto lavoro;
E la sete e la fame in un gli ammorzaVasellamento di cristallo e d'oro,
Pien di quanto la terra e 'l mar dispensa;
E non ha servi et è servito a mensa.
[3] Nell'Adone del Cavalier Marino (Canto XII, stanze CCLXX-CCLXXII), l'Idonea promette in nome della Falsirena al protagonista il dono di una moneta,
Che, sempre, a chi la spende, indietro riede.
Se la spendessi mille volte il giorno,
Mille volte in tua man farà ritorno.
Una sua borsa ancor vo', ch'abbi appresso,
La cui virtù meravigliosa è molto:
Dentro vi cresce ognor ciò, che v'è messo,
E rende al doppio più, che non n'è tolto.
| |
Bernoni Ari Ari Gubernatis Novelline Santo Stefano Calcinaja Bastoncrocchia Similmente Marino Adone Canto XIII Mercurio Mirra Canto XIV Adone Nell'Adone Cavalier Marino Canto XII Idonea Falsirena
|