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      » - «Eh! devo sapere le vostre notizie a cedervi in mano d'un serpente?» - «Sì, in breve tempo le saprà. Dimani partiremo.» - La mattina dopo, la figlia, se quell'altre perfide e scellerate erano allestite avanti, questa più avanti che mai. - «Eh figlia mia, avete un gran coraggio!» - e piange e piange e piange il padre. Il rincrescimento di perdere la figlia! Dice la mattina addio alle sorelle, fa i suoi complimenti al padre, te lo abbraccia e te lo bacia, te lo prende a braccetto e via. Via, camminando per andare incontro a il serpente. Quando sono alla medesima distanza, salta fori il serpente e dice: - «Vieni, vieni, caro diletto mercante, con la tua diletta figlia.» - E' non gli venne un arciprete[5] a codest'omo, ma poco meno. Si avviticcia il serpente alle vita di quella ragazza; e in quella buca, brrrrrrmmp! di sotto, lui (il serpente) e quella ragazza; e rimane il mercante lì solo. Ritorna in sù il serpente con un sacchetto di luigi d'oro: - «Tieni caro mercante; questo è un sacchetto di luigi d'oro, che io ti regalo. Vai alla riva del mare, ritroverai l'altro bastimento, che tu perdesti. Potrai mercanteggiare quanto tu vuoi; se tu eri ricco, diventerai più ricco che mai, chè non sarai molestato da nessuno.» - Alla riva del mare ritrova l'ultimo bastimento. Tornando alla figlia del gran ricco mercante, essendo portata in cotesta buca, ci trova uno, vestito come fusse uno di nojaltri; e era il Maggiordomo del figlio del Re di Spagna, che era incantato per un anno e tre giorni di essere un serpente.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Maggiordomo Spagna