«Si ha bisogno dei nostri servigi; vi son là degli esseri umani ciò basta, il loro diritto è stabilito. - Salviamoli!».
Ecco la tendenza, eminentemente comunistica, che dappertutto si mostra, sotto tutti gli aspetti possibili, nel seno stesso delle nostre società che predicano l'individualismo.
Domani una delle nostre grandi città, così egoiste in tempi ordinari, viene colpita da una calamità qualunque - quella d'un assedio ad esempio - questa stessa città deciderà che i primi bisogni da soddisfare sieno quelli dei fanciulli e dei vecchi. Senza informarsi dei servigi che essi hanno reso o renderanno alla società, occorre, prima di tutto, nutrirli; e così prender cura dei combattenti, indipendentemente dalla bravura o dall'intelligenza di cui ognun d'essi avrà dato prova, e fra migliaia di donne e di uomini avverrà una gara generosa di abnegazione per curare i feriti.
La tendenza dunque esiste. Essa si accentua quando i bisogni più imperiosi di ciascuno sono soddisfatti, e a misura che la forza produttrice dell'umanità si accresce; essa si accentua ancor più ogni volta che una grande idea sorge a prendere il posto delle meschine preoccupazioni della nostra vita quotidiana.
Come dubitar dunque che, il giorno in cui gli strumenti di produzione venissero consegnati a tutti e si compisse l'opera in comune e il lavoro, riacquistando così nella società il suo posto d'onore, producesse ben più di quel che necessiti a tutti, come dubitare che allora, questa tendenza, già così potente, non allarghi la sua sfera d'azione, sino a diventare il principio stesso della vita sociale?
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La conquista del pane
di Petr Alekseevic Kropotkin
Libreria internazionale d'avanguardia Bologna 1948
pagine 282 |
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