Dal caso. Consideriamo tutte le difficili scoperte moderne, fatte pure in tempo dove la mente umana aveva tanti, ed immensi aiuti di più per inventare; e vedendo che tutte in un modo o nell'altro si debbono al caso, e nessuna o pochissime derivano da spontanea e deliberata applicazione della mente umana, nè dal calcolo delle conseguenze, e dal preciso progresso dei lumi; pochissime ancora da tentativi diretti, e sperienze appositamente istituite, benchè a tastoni e all'azzardo (come furono per necessità, si può dir, tutte quelle pochissime che fruttarono qualche insigne scoperta); molto più dovremo creder lo stesso di tutte le scoperte antiche le più necessarie all'esistenza di una società formale. Se dunque porremo attenzione all'andamento delle cose, e alla storia dell'uomo, dovremo convenire che tutta quanta la sua civilizzazione è pura opera [1740]del caso. Il quale variando ne' diversi remoti paesi, o mancando, ha prodotto quindi diversi generi di civilizzazione (cioè perfezione), o l'assoluta mancanza di essa. La perfezione del primo essere vivente doveva dunque essere dalla natura incaricata all'azzardo?
(19. Sett. 1821.)
Considerate indipendentemente e in se stessa, la lode di se medesimo. Anche dopo formata una società (giacchè prima non esisteva l'amor di lode), qual cosa più conforme alla natura, più dolce a chi la pronunzia, qual cosa a cui lo spirito sia più spontaneamente e potentemente inclinato, qual cosa meno dannosa a' nostri simili, qual piacere insomma più innocente, e qual premio più conveniente alla virtù, o all'opinione di lei?
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