Al pari degli altri, ho troppo di sovente contemplato il cielo...
Andremo ad ascoltare musica - Puccini - e versi - D'Annunzio - della Strage degli Innocenti? - No; piuttosto, recitando la terza parte del Rosario per ogni atto, colle mani giunte ed in ginocchio, nella massima compunzione, vedremo sgolarci davanti le scene di canto e ballo dolorose e gaudiose o di un Cristo o di un San Domenico; questa cara gioja che ha fatto operare l'Inquisizione ad onore e grazia del Dio del Papa e del Re di Spagna, ma specialmente a profitto de' loro erarii e delle loro privatissime vendette.
Vediamolo a scrivere in candida tonaca domenicana - per rimanere in carattere e nell'aura celestiale de' torturatori teologi, bagnato nel rosso bagno di luce e di sangue, donde uscì un San Sebastiano; tutto mistico, a perseguire, nell'opera quotidiana angosciosa e pensosa l'angiolo del ravvedimento, che gli fa ribatter cammino in sul nostos della più sciagurata ascetica crudele.
Eppur no: Gabriele D'Annunzio deve essere in qualche modo riconoscente al mecenatismo dell'Ida Rubinstein, che lo trasse testè d'imbarazzo e l'ajuta tuttora. Non più santi, ma cortigiane incoronate: e sarà allora l'ultimo mimodrama: La Pisanella, o La Morte profumata. Cipro e le relative rose per luogo: medio evo per tempo: fu la Pisanella una principessa orientale che morì sotto una pioggia di rose... ecc...
Oh, la inesausta fecondità d'annunzíana: né meno il mezzo secolo e più la indiga: egli scrive la notte; si rovescia di notte sul mondo:
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