Tal fonte è per miracolo additatoDa quegli abitatori: e 'l volgo crede
Che dal sol vïolento entro commossoPer sotterranee vie rapidamente
Ferva, tosto che 'l cieco aere notturnoDi caligine orrenda il mondo copre.
Il che troppo dal ver lungi si scosta:
Posciachè; se, trattando il nudo corpoDell'acqua, il sol dalla superna parte
Non può punto scaldarlo, allor che vibraPien d'un tanto fervor l'etereo lume;
Dimmi, e come potria cuocer sotterraChe di corpo è sì denso il freddo umore
E col caldo vapore accompagnarlo?
Massime quando a gran fatica ei puoteCon gli ardenti suoi rai de' nostri alberghi
Penetrar per le mura e riscaldarne?
Qual dunqu'è la cagion? Certo è mestieroCh'intorno a questo fonte assai più rara
Sia ch'altrove la terra, e che di fuocoMolti vicini a lui semi nasconda.
E quinci avvien che non sì tosto irrigaLa notte d'ombre rugiadose il cielo,
Che 'l terren per di sotto incontinenteDivien freddo e s'unisce: indi succede
Che, quasi ei fosse con le man compresso,
Imprimer può tal foco entro a quel fonte,
Che 'l suo tatto e 'l saper fervido renda.
Quindi; tosto che 'l sol cinto di raggiNasce, e smuove la terra e rarefatta
Col suo caldo vapor l'agita e mesce;
Tornan di nuovo nell'antiche sediDel fuoco i corpi genitali, e in terra
Dell'acque il caldo si ritira: e quindiFredda il giorno divien l'acqua del fonte.
In oltre: il molle umor da' rai del soleForte è commosso e nel diurno lume
Dal suo tremolo foco è rarefatto:
E quinci avvien che, quanti egli d'ardoreSemi in grembo ascondea, tutti abbandoni;
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