un stradone tutto piantato d'alberi lungo la riviera della Senna,
dove di questi tempi si radunano donne e uomini a pigliar il fresco,
come nel giardino del Luxembourg. Non dico nulla dell'Arsenale
né dell'appartamento che vi ha nobilmente adornato (per quantosento) il duca Mazzarrino, come gran maestro dell'artiglieria,
perché non entrammo a vederlo facendosi l'ora d'andar a casail presidente di Charny, ad un'assemblea molto ristretta ch'egli
tiene in sua casa in tal giorno di giovedì. Di lui non ci è da diraltro se non che egli ha viaggiato ed è stato in Italia ed ora, benché
si chiami presidente, s'è nondimeno disfatto di quella carica
(che è di mera commissione) per entrar consigliere della grancamera. È piccolo di statura, d'apparenza piuttosto infelice, ama
la conversazione de' letterati, benché egli non possa chiamarsitale; si diletta straordinariamente di musica, tenendone spesso
accademia in casa. I soggetti più riguardevoli ch'io vi trovai erantre: m.r de Launoy, m.r Nublay e m.r Vouel. Tutt'a tre sono
assai attempati, e particolarmente il primo, che fra l'altre coseha un dente solo. Egli è uomo universalissimo in ogni sorta d'erudizione,
toltone le materie fisiche e matematiche, delle quali sanulla o poco. È intendentissimo della lingua greca, e versatissimo
al pari d'ogni altro che sia in Francia (per quanto mi dice Sannalle
ed altri ancora) in tutte le parti della teologia positiva. Veste dilungo ed è uomo rozzo, burbero e impetuoso. Mantenitor acerrimo
dei privilegi e della libertà gallicana contro Roma, reverisce
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