la Francia. Di questo partito, benché egli non sia bisognoso comeper lo più i pensionari, è il conte Nils, genero del gran cancelliere:
ma ancor egli ha i suoi fini, fra i quali considerabile è quello dimettere in voga il mestiere che arroge maggior autorità al suocero;
ma è di maggior considerazione quello che viene dal figurarsipovero e dall'altre conseguenze che ne possono derivare. Il gran
cancelliere stimò di fare assai a stipulare ultimamente il trattatocolla Francia, e se non lo concepì in termini più chiari in quel che
riguarda l'obbligo d'agire, fu perché non credeva di poterlo rendereplausibile altrimenti: lo fece dunque con apparenza del fine
unico di conservare la pace dell'Imperio, con animo però d'interpretarlosecondo l'esigenze delle congiunture, come ha sempre
proccurato di fare.
Ed al vero ei s'appose nel giudicare che il trattato con la Francia,
in termini che costrignessero al maggior obbligo, sarebberiuscito a molti poco caro ed accetto, poiché quelli del partito
contrario non hanno tralasciato di farsi forti, dicendo che peravere i Franzesi rotta la pace di Osnabrugg niun obbligo correva
alla Svezia d'operare; che si trovavano le frontiere d'Alemagna
deboli; tutti i vicini armati, né potersi sapere quel che fosse perportare la fortuna delle armi; e che sarebbe di loro se i Franzesi
si ritirassero, rotti e disfatti, alla fine della campagna? Doversiradunare il parlamento d'Inghilterra e chiaramente conoscersi
dove mirasse l'inclinazione del popolo: onde, se costrignessero
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