Una testimonianza di questa sua perspicacia egli diede infino dal principio del suo comando, avvisando giustamente che le nuove proposizioni si facevano per l'introduzione di altre straniere colonie movevano dal non essersi bene misurati gli ostacoli che opponevansi a quei progetti. Per la qual cosa egli suggeriva che una parte di quei soccorsi i quali davansi con mano liberale agli stranieri, si voltasse a beneficare i nazionali favoreggiando le nozze del minuto popolo in fresca età; non contrarsi i matrimoni in quella numerosa classe di persone che dopo varcati d'assai gli anni della vigorosa pubertà; la povertà de' padri esser cagione che si dilunghi alle spose l'ottenimento di quel po' di corredo che deggiono apportare nella casa maritale; la penuria de' profitti ne' lavori mercenari della campagna tener lontana egualmente ai giovani la speranza di accozzare quello scarso capitale che per le consuetudini del paese si ricerca prima di condur moglie [1707] ; quindi le nozze indugiate ad età troppo matura; quindi la sterilezza di molti maritaggi; si destinassero adunque dal re doti gratuite, che distribuite annualmente fra le persone di contado con rispetto anche ai pregi della morale condotta, spargessero la letizia ne' loro abituri ed arricchissero la popolazione sarda di frutti suoi propri. Questa proposizione fu aggradita dal sovrano. E quantunque la disamina degli altri mezzi che si poneano in vista per proteggere l'incremento della popolazione abbia dato impedimento a metter ad effetto quel pensiero, onde frapposto lungo tempo in mezzo, sia avvenuta solamente in tempi a noi più vicini la promulgazione di quella paterna provvisione, il pregio non pertanto dee riferirsene a colui che primiero vi pose mente [1708] .
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