Pagina (166/802)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il serpente nel suo viaggio torto e insidioso, si posta talvolta vicino all'abitazione dell'uomo, e vi pone il suo nido, vi conduce la sua famiglia, riempie il suolo e se ne impadronisce; perché l'uomo il quale ad ogni passo incontra il velenoso vicino pronto ad avventarglisi, che è obbligato di guardarsi e di non dar passo senza sospetto, che trema pei suoi figli, sente venirsi in odio la sua dimora, maledice il rettile usurpatore, e parte. E l'uomo pure caccia talvolta l'uomo sulla terra come se gli fosse destinato per preda: allora il debole non può che fuggire dalla faccia del potente oltraggioso: ma i passi affannosi del debole sono contati, e un giorno ne sarà chiesta ragione.
      La barca giunta alla riva, urtando sull'arena scosse Lucia, la quale dopo avere asciugate in segreto le lagrime, si alzò come dal sonno. Fermo uscì il primo, porse la mano ad Agnese, questa uscita la porse a Lucia, e tutti e tre resero tristamente grazie al barcajuolo, il quale rispose: «Niente, niente, siamo quaggiù per ajutarci». Fermo voleva cavare una parte dei pochi quattrinelli che si trovava in tasca; ma il barcajuolo li rifiutò come se gli fosse proposto un furto. Trovarono il barroccio, v'ascesero, e continuarono silenziosamente la via. La notte aveva già passato il mezzo, e la luna illuminava tuttavia il cammino che dopo aver seguito, abbandonato, e ripreso più volte il corso dell'Adda, corse per lungo tempo di valle in valle fra monti che andavano sempre diminuendo d'altezza.
      L'aurora mostrò loro delle colline, il cui aspetto sarebbe stato lieto per animi lieti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





Lucia Agnese Lucia Adda