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      E costui vedete che faccie stralunate fa anch'egli! Un po' pare Sant'Antonio nel deserto quando scacciava le tentazioni, un po' pare Oloferne in persona! Dio m'ajuti; e lo deve per giustizia.
      Infatti i pensieri che si affollavano nella mente del Conte passavano per dir così rapidamente sulla sua faccia, come le nuvolette spinte dal vento passano in furia a traverso la faccia del sole; alternando ad ogni momento una luce arrabbiata, e una fredda oscurità. Pensava a quello che avrebbe detto e fatto, mettendo il piede nel suo castello, trovandosi con quegli dai quali in un punto s'era fatto così diverso. Avrebbe voluto rendere gloria a Dio, confessare il cangiamento che era accaduto nel suo animo, rinnegare la sua scellerata vita in faccia a quelli che ne erano stati i testimonj, i complici, gli stromenti. - Ma... - diceva un altro pensiero, - guai se costoro, credono un momento ch'io non sia più quello da stendere in terra colui che ardisse resistermi!
      Così pensando egli pose macchinalmente la mano al luogo dov'era solito tenere una pistola, e si ricordò di averle lasciate con le altre armi in casa del curato. - Ohe! - continuava fra sè - Perché mi obbedirebbero costoro? e se veggiono che questo pane infame è finito per loro, chi sa che cosa la rabbia può suggerire a costoro! E quello che importa è di non far parole, di non perder tempo, di ricondurre Lucia tranquillamente: quella poveretta! il pegno del mio perdono! - Se in questa casa, se in questa caverna, cessa un momento la disciplina, il terrore del padrone, diventa un inferno! peggio di prima!


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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