Abbiamo il libro aperto dinanzi agli occhi, scritto a caratteri di luce; non si tratta che di saper leggere. Ed ecco che due anni fa comparve quella gran cometa causata dalla congiunzione di Saturno e di Giove, apparet cometa magnus in cardine dextro, la quale indicava chiaramente che l'anno susseguente, che è poi l'anno passato, doveva regnare una terribile carestia, come si è trovata la spiegazione in quest'anno, con quelle parole tanto chiare e tanto terribili: Fames in Italia morsque vigebit ubique. Che se i dotti le avessero trovate prima, non sarebbero mancati gli increduli che se ne facessero beffe; ma dopo il fatto anche i più ostinati debbono tacere. Ed ora, a furia di osservare, e di calcolare, da quella congiunzione funesta si è ricavata un'altra predizione egualmente chiara; così non fosse!...»
Tutti stavano ansiosamente attenti; Don Ferrante levò la destra come se stesse per proferire un giuramento, la sua fronte si corrugò; la sua voce prese un tuono lugubre e solenne, articolò la formola terribile: «mortales parat morbos; miranda videntur».
«O poveretti noi!» disse una signora, e rivolta al suo vicino chiese che cosa volesse dire quel latino.
«Le prime parole», rispose egli, «voglion dire che il morbo pare mortale: il resto è una esclamazione che non significa niente».
Don Ferrante continuò: «Ecco la cagione prima della mortalità, ecco dove sta l'errore di questi pochi medici che voglion fare il singolare, e resistere all'evidenza, e credono di spaventarci con un grande apparato di dottrina, come se alla fine, avessero a fare soltanto con gente che non abbia mai toccato il limen della filosofia.
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