Andavano quei viandanti succinti in farsetto, deposte le cappe, le toghe, le cocolle, ogni ampio vestimento che svolazzando, potesse moltiplicare coi casi di contatto, i rischj della contagione. Ognuno cercava di tenere il mezzo della via; si aveva orrore delle pareti che potevano esser unte; si temeva che dalle finestre si gettassero sui passeggeri polveri venefiche; e troppo spesso realmente si gettavano i letti, le vesti, le suppellettili dei morti di contagio; talvolta, orribil cosa! i morti stessi; talvolta gli infermi trasportati dalla frenesia del morbo, o spinti dalla disperazione, si gettavano da sč. Nessuno che parlasse, nessuno che stesse a musare: non v'era creatura ferma fuor che i cadaveri. Il solo vivente che il nostro pellegrino vedesse immoto nella via presso al muro, fu un uomo che sedeva a canto ad una porta in atto di chi assorto in qualche cura non badi a ciō che accade intorno a lui. Era un prete che posato sur un trespolo, udiva, dalla porta socchiusa la confessione d'un appestato. I viandanti portavano per lo pių in mano certe palle crivellate di piccioli fori con entro spugne intinte di aceti medicati, di spiriti, e ad ogni momento le fiutavano; e si aveva gran fiducia in quei preservativi: tenevano nell'altra mano un bastone, non tanto per appoggiarsi, come per rimuovere chi avesse troppo voluto accostarsi; alcuni perfino tenevano invece del bastone, una pistola, accennando ai sopravvegnenti che dessero luogo; con quello stromento atto ad ottenere una pių certa e pių pronta obbedienza.
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